Blockchain, cryptovalute, bitcoin: quale impatto nell'immobiliare?
Intervista ad Alberto Gallinari
Su internet è in costante crescita l’utilizzo di termini sofisticati: blockchain, cryptovalute, bitcoin… Ci piacerebbe spiegare con parole semplici di cosa si tratta e del loro impatto sul real estate. Per farlo ci avvaliamo delle competenze sull’argomento di Alberto Gallinari, titolare di Studio Orefici (agenzia immobiliare, Milano) che ha recentemente conseguito l’attestato di qualifica in “Blockchain Technology & Management”, rilasciato da “The Blockchain Management School” e “Blockchain Master Lab”.
Ciao Alberto, intanto grazie per aver accettato questo invito: che cos’è la blockchain?
Ciao Stefano, grazie a te per la tua costante attenzione rivolta alle nuove tecnologie e ad ogni utile elemento in orbita real estate.
In premessa, sinteticamente, lasciami descrivere la “blockchain” come tecnologia innovativa volta alla semplificazione, alla sicurezza e alla determinazione di alcuni processi. Tra i processi ivi inclusi, troviamo anche quanto legato al mondo del real estate. Il termine “blockchain” è troppo spesso usato e abusato in una accezione negativa e speculativa, mentre noi desideriamo fortemente porre in luce le qualità pratiche e di uso di questa complessa materia.
Ho volutamente utilizzato il termine “materia”, qui, poiché questa tecnologia è stata finalmente sdoganata anche in Italia come materia di studio, anche universitario e con percorsi di alta formazione ad hoc e master. Le origini della blockchain risalgono al secondo semestre 2008, come chiaro segnale in contrapposizione alla crisi del sistema finanziario tradizionale (ricorderemo tutti, penso, il crollo di Lehman Brothers), promuovendo un sistema alternativo, distribuito e non centralizzato, dunque non controllabile da un organismo centrale. Le peculiarità di questo sistema di scambio distribuito sono: velocità di esecuzione, certezza nei trasferimenti, economia di commissioni e premialità per i sostenitori del sistema stesso.
Che relazione c’è tra Blockchain e i bitcoin?
Il Bitcoin (BTC) rappresenta il primo e, ancora oggi, più vigoroso strumento di uso. La prima transazione in Bitcoin al mondo avvenne il 12 gennaio 2009. Mi domandi cosa sia Bitcoin? Ti rispondo che “Bitcoin è un protocollo crittografico che permette l’allocazione ed Il trasferimento di proprietà di file. Ad oggi questo protocollo viene utilizzato per scambiare principalmente la propria criptovaluta, definita appunto bitcoin”. Per taluni costituisce una moneta, per altri una riserva di valore, per altri un azzardo.. per pochi una moneta a corso legale.
Persino alcune amministrazioni locali in USA e in Svizzera hanno iniziato a promuovere e incoraggiare pagamenti di stipendi e tasse in Bitcoin, ma il percorso per la adozione di massa è ancora lungo e richiederà migliori regolamentazioni. Ah, solo per fugare ogni dubbio e sfatare miti errati e nocivi: NO, non è anonimo e no, le transazioni in Bitcoin non sono anonime. Non mi dilungherò.. esistono strumenti volti a offuscare le operazioni, ma non si può disporre del mantello dell’invisibilità di Harry Potter.
Che evoluzione potrà esserci nel mondo del Real estate (compreremo in futuro una casa con le crypto)?
“Compreremo in un futuro una casa con le crypto?” ..mi domandi. Ti rispondo che già in passato qualcuno ha comprato casa con le crypto. Questo è avvenuto in Usa, In Australia, In Europa, in Italia. Per quanto anticipato in risposta alla precedente domanda, le criptovalute sono strumenti di pagamento leciti, tracciabili, con un controvalore in valute fiat (seppur volatile) cristallizzabile per il tempo necessario all’operazione di trasferimento e dunque rispondenti alle normative antiriciclaggio e privacy.
Sono molteplici i campi applicativi della blockchain nel real estate, dalla possibilità di “notarizzare” documenti e contratti, fino alla più complessa opera di tokenizazione (parcellizzazione di beni reali in token/monete virtuali) la quale permette una innovativa proposizione di immobili sul mercato. Immaginiamo le applicazioni e i pregi del crowdfunding, posti alla potenza: più veloci, più sicuri e perfettamente integrabili alle piattaforme già esistenti.
Molte applicazioni in blockchain rientrano nella definizione più ampia di web3 e ne vedremo i frutti nel corso dei prossimi anni anche per il mondo social, piattaforme audio/video e marketplace/larga distribuzione: tutti vogliono una fetta di questa rivoluzione! Molti ancora ne devono comprendere il potenziale oltre i preconcetti.
L’Italia oggi in che situazione si trova con queste tecnologie?
Ti sorprenderà (forse) sapere che l’Italia non è per nulla fanalino di coda, in questo mondo. Numerose reti che operano in blockchain hanno sede in Italia, importanti exchange (le piattaforme di scambio per le crypto) hanno sede o comunque origine in Italia; vantiamo mirabili teste pensanti, ottimi programmatori e brillanti imprenditori. Quando i tempi diverranno maturi, emergeranno i migliori e si potrà diradare la nebbia che ora avvolge alcuni progetti e truffe.
Certamente: le truffe. Non mancano, mentre spesso a mancare sono le tutele e gli strumenti di difesa del consumatore. Non parliamo di cattive tecnologie, ma di cattivi usi delle tecnologie stesse. A livello normativo, attendiamo nel prossimo futuro importanti linee guida, le quali permetteranno – ci auguriamo- di poter godere più serenamente i significativi vantaggi che saranno conseguenza della più ampia diffusione della blockchain.
Essendo cultore di questa tecnologia (che è anche filosofia, non dimentichiamolo) mi auguro che le norme non mirino a stravolgere e a centralizzare ciò che è nato per essere libero e decentralizzato…ma di questo parleremo in un’altra puntata, se riterrete.